4549 LAUR-LAZZ

LA FINTA SAVIA / drama / di Giulio Strozzi

ed. Venezia, Matteo Leni e Giovanni Vecellio 1643; 13,2x7; pp. 1-72+4 n.n.+73-190 atti 3+prologo+4 intermezzi ded. G. Strozzi a David Vidman in data 1 I 1643 ill. front.; fregi; lettere ornate

teatro [Venezia, SS. Giovanni e Paolo, 1643]

libr. Strozzi Giulio mus. Crivelli Arcangelo, Ferrari B., Laurenzi F., Leardini A., Merula T., Tozzi V.

pers. prologo: 1. Saturno 2. Giano Bifronte; dramma: 3. Aretusa figliuola di Sardanapalo, finta savia 4. Aventina figliuola di Proca, donzella da marito e custodita ne' chiostri della Sibilla 5. Giamba la gran guardagiardini del re Proca 6. Laverna nodrice d'Aretusa 7. Proca Silvio re de' Latini Albani, discendente dal secondo figliuolo d'Enea troiano, che fu Silvio Postumo, nato di Lavinia figliuola del re Latino 8.-9. Due ambasciadori di Numidio Giulio re di Cuma, discendente dal primo figliuolo d'Enea, che fu Ascanio Giulio nato di Creusa 10. Numitore, 11. Amulio, figliuoli di Proca, fratelli d'Aventina 12. Marsio re di Toscana 13. Rodante greco, filosofo di corte, consigliero di Proca e precettore di Aretusa 14. Apolline con due Ore volanti 15. Corbacchio buffoncello astuto e spia del re Marsio 16. Cortigiano d'Amulio 17. Amalthea Deifobe decrepita sibilla cumana — Coro di ninfe damigelle di Aventina e di Aretusa, coro di cortigiani di Proca, coro di vecchie servigiali della Sibilla, coro di custodi delle sale d'armi; I intermezzo: 17. Cibelle; II intermezzo: 18. La Frode; III intermezzo: 19. L'Adulatione 20. L'Instabilità; IV intermezzo 21. Ercole int. Renzi Anna (3), Di Valerio Anna (22)

scen. Burnacini Gio., Mango Pietro, Guglielmi Simonetto macch. Burnacini Gio.

oss. [R.] Iª rappr. ass. Ogni scena è preceduta dall'argomento in prosa e dal nome del relativo musicista. Mutilo delle pp. 185-186 (dattiloscritte su foglio allegato).  Iª ed. ass.  Di Crivelli (il prenome compare solo la prima volta) sono I 6 e II 2, 3; di Ferrari III 1, 2, 8, 9; di Laurenzi (sempre indicato come «Filiberto», salvo che a p. 184; v. sotto) I 1, 2, canzonetta in 6 (O come, o come in fretta), 7-9, 11, 13; II 1, 4-13; III 3-7, 10 (II 10 comprende cinque canzonette tutte tripartite, cantate da Aretusa: Sovra il dorso di Giove, Per far nascere un Chirone, Stolta Melanto ignuda, Su l'erba fiorita e Spero, aspetto e non viene; le prime quattro cantate dinanzi alle statue di Europa, Fillira, Melanto e Proserpina); di Leardini (contenuti nel duerno n.n. tra pp. 72 e 73) «Un altro intermezzo primo - Bisognando senza ballo» (Io sono la Frode; tra I e II; è il secondo in rubrica) e «Un altro intermezzo secondo senza ballo» (Tu dai spirto alle donne; tra I e II; è il terzo in rubrica); di Merula I 3-5, 10, 12; di Tozzi (stampata insieme con gli intermezzi di Leardini) è canzonetta Ch'io possa, prego Amore, sostitutiva («variando canzonetta») dell'a. di Numitore O come, o come in fretta in I 6. Rimangono senza indicazione di musicista due canzonette cantate «per intermezzo» (c'è anche l'argomento in prosa) tra I e II (primo intermezzo in rubrica) e tra II e III (quarto intermezzo in rubrica), ed entrambe articolate in strofe, antistrofe, epodo; i rispettivi incipit sono: O fortunata gente // O stolidi mortali // Voracissimi eroi e Or va rapisci più // E quando mai s'udì // Se l'occhio s'ingannò. La prima è cantata da Aventina nei panni di Cibelle, che, trionfante su di un carro tirato da leoni e guidato da Atide, si rivolge ai castrati Coribanti (si è consumata la vendetta della dea su Atide invaghitosi di Sangaritide); «Le donne egittie serve de' Coribanti formeranno il ballo [...]» (p. 69; a p. 72 «Con lo stesso strepitoso ritornello, seguendo, se piacerà il ballo delle serve egittie»). La seconda canzonetta è cantata da Ercole (ancora Aventina) reduce dall'uccisione di Cacco e accompagnato dai Luperci, che «[...] potrebbono formare un ballo [...]» (p. 140; a p. 141: «Qui potrebbe seguire il ballo dei Luperci»). Circa il primo musicista, MGG (seguita da DEUMM) ritiene erronea la menzione di Arcangelo Crivelli e probabile la paternità di Giovanni Battista Crivelli (curiosamente, in GROVE, le tre scene della Finta savia figurano tra le opere sia dell'uno che dell'altro; v. anche OSTHOFF1, p. 175, nota 8, e p. 194). Delle musiche di Laurenzi si fece nello stesso anno una stampa (v. OSTHOFF1, p. 174, e SARTORI), dalla quale si desume che la parte di Aventina era sostenuta da Anna di Valerio (o Valeri), quella di Numitore da Stefano Costa e quella di Corbacchio da "Rabacchio" (circa quest'ultimo, v. OSTHOFF1, p. 181). Quanto al contributo di Leardini, secondo OSTHOFF1 (p. 175) «Wahrscheinlich hat Leardini diese Intermezzi für etwas spätere Aufführungen nachkomponiert, bei denen man auf den Tanz verzichten wolte. Es handelt sich also um Alternativ lösungen» (lo stesso può dirsi della canzonetta di Tozzi). A giudicare da ALM, il nostro esemplare è mutilo di un'ultima c. n.n. con «Errori». A p. 5 Argomento istorico della Finta savia, a p. 9: «Molti versi si tralascieranno per la lunghezza dell'opera fabricata dall'autore per poterla anco rappresentare senza canto»; a p. 104: «Questa scena [II 8] per commodità delle mutationi potrebbe diventar la quarta di questo atto»; a p. 182 Breve ristretto dell'argomento, alle pp. 184-185 notizie sulle musiche, sulle scene e sugl'interpreti (tra l'altro:«La musica di questo drama è per la maggior parte compositione esquisita del signor Filiberto Laurenzi da Bertinoro, il quale con la sua virtù ha saputo dalla buona scuola di Roma e dalla degna di Venetia far un misto ottimo e molto adeguato così al recitativo come all'arioso per quest'opera»; v. OSTHOFF1, pp. 182 e ss.); alle pp. 186-190 Osservationi, in cui Strozzi si effonde in speculazioni sui personaggi e sui loro nomi, e sul titolo. Gli atti corrispondono ad «azzioni», intestate rispettivamente «protasi», «epitasi» e «catastrofe» (per questa terminologia strozziana, v. ROSAND3, p. 53, nota 34).