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biblioteca I-VgcFondo Rolandi ANTENATI 1-7
frontespizio

DESCRIZIONE DELL'APPARATO DELLA COMMEDIA ED INTERMEDII / d'essa / recitata in Firenze il giorno di S. Stefano l'anno / 1565 nella gran sala del palazzo di / sua eccellenza illust. nelle / reali nozze / dell'illustriss. ed eccell. S. il S. don Francesco Medici principe / di Fiorenza e di Siena e della regina Giovanna / d'Austria figlia della felice memoria di Fer- / dinando Imp. sua consorte

edizione FirenzeGiunti1566
formato 14,4x9,2; pp. 20
parti parti 6
illustrazioni

frontespizio; lettere ornate 

rappresentazione Firenze, palazzo Pitti26 dicembre 1565
libretto Giovambattista Cini
musica [Francesco Corteccia] - [Alessandro Striggio]
personaggi
I intermedio:
Venere
Le tre gratie
Le quattro ore
Amore
Speranza
Timore
Allegrezza
Dolore
II intermedio:
Zeffiro
La Musica
Cupidini
III intermedio:
Inganni
IV intermedio:
La Discordia
L'Ira
La Crudeltà
La Rapina
La Vendetta
Due antropofagi o lestrigoni
Furori
V intermedio:
Psiche
La Gelosia
L'Invidia
Il Pensiero o Cura o Sollecitudine
Scorno o Disprezagione
Psiche
Amore
Zeffiro
La Musica
Pan
Himeneo
Cupidini, satiri
osservazioni

[R.] Iª rappr. ass. Musicisti desunti da 4686. Di Corteccia sono gli intermedi III, IV e VI, di Striggio gli intermedi I, II e V. La descrizione in prosa è di Domenico Mellini (non menzionato). La commedia cui si accenna nel frontespizio è La cofanaria di Francesco D'Ambra (v. 4686). La presente è la Iª ed. in piccolo formato. La p. 16 reca per errore il n. 14. Precede, legata insieme, Descrizione dell'entrata della sereniss. reina Giovanna d'Austria et dell'apparato fatto in Firenze nella venuta et per le felicissime nozze di S. altezza et dell'illustrissimo et eccellentiss. S. don Francesco de' Medici, prencipe di Fiorenza et di Siena, scritta da Domenico Mellini, ristampata et riveduta dal proprio autore, Firenze, Giunti 1566. Iª ed. ass. La descrizione contiene i seguenti brani poetici: «ballata», le cui due prime «stanze» (A me che fatta son negletta e sola) sono cantate da Venere e («facendo quasi tenore a Venere») dalla Gratie e dalle Ore, e la terza (Ecco, madre, andiam noi; chi l'arco dammi?) da Amore e («facendoli anch'essi quasi tenore») dalle sue «principali passioni»: la Speranza, il Timore, l'Allegrezza e il Dolore (I); «madrigale» Oh altero miracolo novello (Cupidini; II); «madrigale» S'Amor vinto e prigion, posto in oblio (Inganni; III); «madrigale» In bando itene o vili (Furori; IV); «madrigale» Fuggi, speme mia, fuggi (Psiche, accompagnata «su quattro violoni» dalla Gelosia, dall'Invidia, dal Pensiero e dallo Scorno; V); «canzonette» Dal bel monte Helicona, Himeneo dunque ognun chiede, Flora lieta, Arno beato e Lauri or dunque, olive e palme (Cupidini, Zeffiro, Musica, Pan e satiri; VI). Il madrigale Oh altero miracolo novello è assegnato da GHISI al I intermedio. A p. 6 si dichiara Cini autore degli intermedi, la cui fonte è l'Asino d'oro di Apuleio; in ultima p.: «In Fiorenza appresso gli eredi di Bernardo Giunti. 1566». Allegato foglio ms. (datato 28 ottobre 1941), in cui R. illustra minuziosamente le discrepanze tra la presente ed. e una ristampa dello stesso anno (di 26 pp.), recante i nomi dei musicisti e «con un buon numero di varianti nel testo, complessivamente ampliato»; sembra trattarsi del n. 7636 di SARTORI, erroneamente indicato come presente in R. I personaggi si desumono dal testo.