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L'AMMALATO IMMAGINARIO / intermedi III

ed. Amsterdam, Ipigeo Lucas 1723; 16,6x9,1; pp. 4 n.n.+424 (8-22) parti 3 ill. del volume: front.

libr. [Pariati Pietro] GRONDA mus. [Conti Francesco Bartolomeo] SCHMIDL

pers. 1. Erighetta 2. D. Chilone

oss. [R.] Iª rappr. Vienna, t. di Corte, 26 febbraio 1713, su testo di Nicola de Castelli (SCHMIDL). Sta in Raccolta copiosa d'intermedi, I (luogo di ed. e stampatore evidentemente fittizi; per A, v. Il Zamberlucco, il vero luogo è Milano). Ripresi con musica di Conti a Perugia, Nobili, carnevale 1727 (SON).  Incipit del I intermezzo: Vedovella afflitta e sola; del II: Lesbin, tira due sedie e aspetta fuore; del III: Maladetta la ricetta. Iª rappr. ass. Venezia, S. Cassiano, autunno 1707, con musica probabilmente di Francesco Gasparini (TROY, pp. 41-42) insieme con l'Anfitrione di Gasparini su testo di Zeno e Pariati o piuttosto (GRONDA, p. 195) del solo Pariati (non stampati per l'occasione; GRONDA, p. 276; segnalati da WIEL col tit. Friletta e Chilone). La rappr. viennese con musica di Conti addotta da R. (e registrata anche da MAN e MAMCZARZ, la quale però indica solo l'anno e non la piazza) manca in SARTORI, in cui la prima attestazione è per Firenze, Pergola, 1718, col tit. Intermezzo di Erighetta (in WEAVER Erigheta) e D. Chilone (col tit. L'ammalato immaginario per Genova, Falcone, primavera 1723); ripresi con la Griselda di Conti (TROY, p. 143, e GROVE1; assenti in SARTORI) a Vienna, t. di Corte, carnevale 1725; ripresi con L'amor tirannico o sia Il Farasmane di Chelleri e Porta (v. 3520) a Ferrara, 1724, col tit. L'ammalato immaginario o sia L'ipocondriaco (Lisetta e Bordigone; non attribuiti; v.); per la carriera di questi intermezzi con la musica di Orlandini, v. W. KIRKENDALE (pp. 466-467 e 476-477), che attribuisce il libretto ad Antonio Salvi ('autore originario o solo il revisore per la ripresa fiorentina alla Pergola, carnevale 1725? v. p. 476). Soggetto tratto dal Malade imaginaire (1673, con prologo e intermezzi musicati da Charpentier) di Molière (TOLDO, pp. 430-431 e TROY, p. 80); De Castelli era un traduttore di Molière (TOLDO, pp. 202 e ss.; A e SAL).