ID 2648
permalink
biblioteca I-VgcFondo Rolandi MANOSCRITTI A-FI
frontespizio

LE NUOVE MUSICHE / di Giulio Caccini / detto Romano

edizione s. l. s. a.
formato 16,5x12; pp. V+20
dedica G. Caccini a Lorenzo Salviati in data 1 II 1601
rappresentazione s. l.s. a.
musica Giulio Caccini
osservazioni

[R.] Iª rappr. Firenze, 1589-1600. Testi trascritti dalla riproduzione fototipica (Roma, Romano Mezzetti 1930) dell'ed. originale per canto e basso (Firenze, Marescotti, 1601-1602); è il n. 2 delle «Prime fioriture del melodramma italiano», a cura di F. Mantica. Omessa la lunghissima prefazione Ai lettori, che costituisce un vero e proprio trattato di canto. A rigore non si tratta di un vero e proprio libretto, ma si ritiene opportuno includerlo nella collezione per la grande importanza rivestita da queste musiche di Caccini nel periodo germinale del melodramma. La trascrizione comprende i madrigali seguenti: Movetevi a pietà del mio tormento, Queste lagrim'amare, Dolcissimo sospiro, Amor, io parto e sento nel partire, Non più guerra: pietate, Perfidissimo volto, Vedrò 'l mio Sol vedrò, prima ch'io muoia, Amarilli mia bella, Sfogava con le stelle, Fortunato augellino, Dovrò dunque morire?, Filli mirando il cielo. Segue l'ultimo coro di Il rapimento di Cefalo su testo di G. Chiabrera (v. 1088, 1089). Delle arie inframmezzate al coro Ineffabile ardore Melchior Palantrotti «cantò solo con i propri passaggi come sta» l'a. Muove sì dolce e sì soave guerra; &&[R.] Iª rappr. Firenze, 1589-1600. Testi trascritti dalla riproduzione fototipica (Roma, Romano Mezzetti 1930) dell'ed. originale per canto e basso (Firenze, Marescotti, 1601-1602); è il n. 2 delle «Prime fioriture del melodramma italiano», a cura di F. Mantica. Omessa la lunghissima prefazione Ai lettori, che costituisce un vero e proprio trattato di canto. A rigore non si tratta di un vero e proprio libretto, ma si ritiene opportuno includerlo nella collezione per la grande importanza rivestita da queste musiche di Caccini nel periodo germinale del melodramma. La trascrizione comprende i madrigali seguenti: Movetevi a pietà del mio tormento, Queste lagrim'amare, Dolcissimo sospiro, Amor, io parto e sento nel partire, Non più guerra: pietate, Perfidissimo volto, Vedrò 'l mio Sol vedrò, prima ch'io muoia, Amarilli mia bella, Sfogava con le stelle, Fortunato augellino, Dovrò dunque morire?, Filli mirando il cielo. Segue l'ultimo coro di Il rapimento di Cefalo su testo di G. Chiabrera (v. 1088, 1089). Delle arie inframmezzate al coro Ineffabile ardore Melchior Palantrotti «cantò solo con i propri passaggi come sta» l'a. Muove sì dolce e sì soave guerra; Iacopo Peri «cantò solo con altri passaggi secondo il suo stile» l'a. Caduca fiamma di leggiadri sguardi; Francesco Rasi «cantò solo con i propri passaggi e parte a suo gusto» l'a. Qual trascorrendo per gli eterei campi. L'ultima sezione comprende le arie Io parto, amati lumi, Ardi, cor mio, Ard'il mio petto misero, Fere selvagge, che per monti errate, Fillide mia, se di beltà sei vaga, Udite, udite, amanti, Occh'immortali, Odi, Euterpe, il dolce canto, Belle rose porporine e Chi mi confort'ahimè, chi più consolami. R. avverte che nella penultima a. le strofe pari si cantano su di una musica diversa da quella delle strofe dispari (II strofa: Di te, rose pretiose) e che l'ultima strofa (Dhe, se tue belle ciglia ora mi scorgono) dell'ultima a. è cantata su di una musica diversa da quella delle precedenti. acopo Peri «cantò solo con altri passaggi secondo il suo stile» l'a. Caduca fiamma di leggiadri sguardi; Francesco Rasi «cantò solo con i propri passaggi e parte a suo gusto» l'a. Qual trascorrendo per gli eterei campi. L'ultima sezione comprende le arie Io parto, amati lumi, Ardi, cor mio, Ard'il mio petto misero, Fere selvagge, che per monti errate, Fillide mia, se di beltà sei vaga, Udite, udite, amanti, Occh'immortali, Odi, Euterpe, il dolce canto, Belle rose porporine e Chi mi confort'ahimè, chi più consolami. R. avverte che nella penultima a. le strofe pari si cantano su di una musica diversa da quella delle strofe dispari (II strofa: Di te, rose pretiose) e che l'ultima strofa (Dhe, se tue belle ciglia ora mi scorgono) dell'ultima a. è cantata su di una musica diversa da quella delle precedenti.