remarks |
[R.] Iª rappr. Venezia, SS. Giovanni e Paolo, 1664, con musica del solo Cavalli. A p. 5 Cortese lettore: «[...] per adattarsi maggiormente al gusto corrente è stato necessario ridurlo [lo Scipione] a qualche brevità ed accrescerlo nelle canzoni [...]»; «A fine però che non resti pregiudicata la gloria di tant'uomo [Minato, menzionato sopra], saranno le aggiunte distinte con questo segno " [...]»; il lettore è inoltre pregato di «[...] ammirare l'armonia spiritosa delle note del signor Bonaventura Viviani [...]» (Cavalli è menzionato sopra). Iª ed. in R. L'uso delle virgolette consente di riconoscere i pezzi nuovi con musica di Viviani (si trascurano i passi di r.): Per domar guerriero orgoglio (I 1), Non più stragi, non più morti (I 2), Di tua sorte, o bella, godi (I 3), Sento a l'alma (I 4), Stelle che già m'avete (I 5), A dispetto de la sorte (I 5), Onde, voi che mormorate (I 6), Senza l'esca de' piaceri (I 7), Al rotar d'astri crudeli (I 8), Chi dà fede alla fortuna (I 8), Se mai devo innamorarmi (I 9), Che pensi mio cor (I 10), Col bell'arco d'un ciglio, ch'è nero (I 12), Cieco volante Amor (I 13), Chi è bella e giovane (I 13), De la sorte a le tempeste (I 14), Un raggio di speme (I 15), Non speri di godere (I 15), Non ha doglia un cor amante (I 16), Non sa dir ciò che sia pena (I 17), Il rigor di tue vicende (I 18), Sì, sì, volate, sì (I 20), Più sereno in Oriente (II 1), Io vi lascio amiche arene (II 2), Astri fieri, acerbi fati (II 3), Quanto è dolce a questo petto (II 5), Fra catene aver il cor (II 6), Fresche aurette (II 7), Fra quei lacci di fulgid'oro (II 7), Non ha mai pace al cor (II 8), Ingannar chi ha bianco il crine (II 9), Amor non so (II 10), A l'armi cor mio (II 11), Con lo strale di luci d'oro (II 13), Al ferir del nume infante (II 14), Ma come ad Amore (II 14), Chi porta d''Amor (II 15), Di vendetta, d'ira accesa (II 15), Negli sdegni del mio sole (II 16), Col dardo suo dorato (II 18), Costanza del mio bene (II 19), Se con cifre d'adamanti (II20), Al suon de le trombe (II 21), Perché io peni, o luci belle (III 2), Dati pace, mio cor costante (III 3), Contenti che rendete (III 4), Due rai lucenti (III 4), Quanto sei fiero e spietato (III 5), Lieto godi amante cor (III 8), Non credete amanti no (III 9), Voi m'andate lusigando (III 11), Speranze che dite? (III 11), Amor lasciami in pace (III 12), Possibile o ciel (III 13), Vanne speranza va (III 13), Pensieri fermate (III 14), Che più vi resta, o cieli (III 16), Riedi o cor, riedi agl'inganni (III 16), Dammi l'ale, o Dio volante (III 17), Cieca dea che già incostante (III 18), Ardete, struggete (III 19), Tra quell'onde e quegli ardor (III 20), Se la sfera (III 21), Alme contente e liete (III 22). Nella dedica: «Io consecrando nello stesso [lo Scipione] a V. S. illustrissima la debolezza di quei pochi talenti che m'è toccato d'inserirvi [...]»; a p. 7 Argomento, a p. 10 citati balli «di gladiatori» (I 2), «di spiriti» (fine I), «di giocatori di Marte» (fine II). Il nome del personaggio n. 2 è nel testo Massinissa. |